1 novembre 2010

Cerchiamo di capire un po' meglio quello che è successo in questi giorni nelle banche veronesi.

Fondazione Cariverona che è la principale azionista di Unicredit che, a sua volta, è una delle più grandi banche europee, ha rinnovato il suo Consiglio di Amministrazione.

Un paio di mesi fa il sindaco Tosi aveva dato una mano al presidente della Fondazione Biasi per cacciare l'amministratore delegato di Unicredit, Profumo, che non approvava il proclama  di Bossi “La Lega si deve prendere le banche del Nord”.

Biasi vuole essere rieletto per la terza volta alla guida della Fondazione. Lo vuole, ne ha bisogno. per vari motivi ma è in difficoltà sia perché dovrà affrontare, in gennaio, un processo per bancarotta sia perché molti fanno osservare che lui è pure in conflitto di interesse in quanto socio della banca che finanzia le sue aziende in difficoltà e per il risanamento delle quali ha bisogno di un sacco di soldi per fronteggiare l'esposizione (debiti) che ha verso fornitori e altre banche, circa 100 milioni.

Milioni che possono venire dalla cessione, dalla vendita, dei terreni e degli immobili di sua proprietà situati a ridosso dell'autostrada Serenissima nel comune di Verona.
Come si sa il valore di terreni e di immobili dipende dalla loro destinazione d'uso e la loro destinazione d'uso può essere decisa, indicata, cambiata solo dal Comune cioè, per essere chiari, solo dal sindaco.

Nei giorni immediatamente precedenti l'assemblea dei soci che dovrà eleggere il CdA, le riunioni preparatorie si succedono a ritmo frenetico.
La Fondazione è un istituto privato ma dove si tengono queste riunioni? Nell'ufficio del sindaco.
E Tosi chiede, pretende, che un suo uomo, della Lega, non del Consiglio comunale, abbia un posto di comando: vuole il vicepresidente e propone l'avvocato Maccagnani “vicino” alla Lega.

Biasi, in qualche modo, tenta di allentare la pressione della Lega ma più di tanto non può.
La matita per disegnare i piani territoriali ce l'ha in mano Tosi e allora Biasi dice che alla vicepresidenza ci deve andare una persona esperta di finanza perché, dice, se sarò condannato per bancarotta dovrò lasciare.
L'accordo viene raggiunto con la nomina del professor Giovanni Sala come vicepresidente e di Maccagnani nel CdA come responsabile di due commissioni fondamentali: quella che decide le erogazioni e quella riservata agli investimenti e al patrimonio.
Cioè la cassaforte di Cariverona.
                                                                                                  
 Cioè un potere economico e finanziario, una disponibilità di fondi, di soldi, immensa.

Qualche politico nostrano del centro sinistra e qualche giornale hanno detto e scritto che la Lega ha dovuto fare un passo indietro.
Forse sarebbe bene spiegare che quando Bossi dice “La Lega si deve prendere le banche del Nord” intende semplicemente dire che la Lega vuole le chiavi della cassaforte; il resto se lo tengano pure gli altri.
E gli altri, i berlusconiani  veronesi, esclusi dal desco, sono infuriati.

Intendiamoci,non sono per i bei tempi passati.
 La DC, a Verona, faceva più o meno lo stesso. Le banche erano “sue”ma il panorama, per alcuni aspetti, era diverso.
La finanza contava meno. Contava di più l'economia cioè il lavoro, la produzione pur se sempre di capitalismo si trattava.
Quel che mi sembra di poter dire è che una persona come Bias, con i problemi che ha, allora, non sarebbe stato eletto ancora una volta presidente del maggior istituto finanziario della città.
Una mano gliela deve aver data anche la sua casa di appartenenza: l'Opus Dei.

Parliamo di vicinanze.

La lingua, scritta e parlata, con una singola parola, un aggettivo, è spesso più precisa delle più elaborate descrizioni nel rappresentare i tempi in cui si vive.

Una volta, non tanto tempo fa, uno che faceva politica veniva indicato come democristiano, o comunista, o socialista  o socialdemocratico....Poi si cominciò a distinguere: un democristiano poteva essere andreottiano o moroteo...; un comunista poteva essere migliorista o ingraiano...; un socialista poteva essere craxiano o lombardiano e così via.

Oggi dai giornali e dalle televisioni i politici vengono indicati, classificati così: il consigliere Mattia Galbiero è vicino a Conta, anche la consigliera Leso è vicina a Conta, mentre il consigliere Bruno Frustoli è vicino al consigliere Gasparato, ma il consigliere Bolcato è invece vicino a Brancher e l'assessore Di Dio è vicino a Mariotti e Alberto Murari si avvicina alla senatrice Bonfrisco.
Vicini, solo vicini perché non si sa mai...se le cose dovessero cambiare...non ero “con” lui, ero solo vicino, passavo di lì... non mi ero neanche fermato!
Ci vorrebbe Alberto Sordi.

Un ricordo personale che, forse, interesserà poco gli ascoltatori ma pazienza.
Negli anni '70 l'Estate Teatrale veronese mi chiese di fare una medaglia da consegnare a quanti avessero significativamente meritato del teatro italiano.
Così modellai una medaglia con castel San Pietro, il Teatro Romano e, sotto, l'Adige e una scritta:   “Non c'è mondo fuori dalle mura di Verona”.
Niente di molto originale, tanto meno la scritta, ma mi andava bene così. Ritenevo che la mia città fosse un buon luogo dove viverci malgrado fosse governata da forze sostanzialmente conservatrici (l'esperienza Gozzi sarebbe stata immediatamente successiva).

Pochi anni fa, 2007, il Circolo del Cinema mi chiese di fare una medaglia per il sessantesimo anniversario della sua fondazione. Ne avevo già fatte per precedenti anniversari.
Modellai il tracciato delle mura attraversato dall'Adige e la scritta: “C'è un mondo fuori da queste mura”.
Si era appena insediata in Comune la nuova maggioranza composta dalla Lega, dall'estrema destra e da Forza Italia.

Giorgio Bragaja
Intervento a Radiopop 29-10-2010 banche veronesi, vicinanze e altro.

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