21 dicembre 2009

MAFIA E AFFARI. Borghesi: «Il Garda terra d’elezione per chi vuole ripulire il denaro sporco»

L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA


Domenica 29 Novembre 2009
CRONACA Pagina 18




«Le mani della ’ndrangheta
sulla città e in provincia»



Il procuratore Schinaia: «Le inchieste aperte sono almeno una quarantina». Guidotto: «Le cosche sono ben radicate»

La ’ndrangheta ha messo gli occhi su Verona. Più che un sospetto è ormai una certezza. Ne è convinto anche il procuratore della Repubblica Mario Giulio Schinaia, intervenuto venerdì sera in sala Lucchi all'incontro promosso dall'Italia dei Valori sul tema mafia e affari a Verona.
«Le inchieste aperte sono almeno una quarantina, un numero probabilmente superiore a quello di altri capoluoghi veneti, soprattutto in materia di smaltimento di rifiuti speciali», ha detto il procuratore. «C'è chi pensa che il problema della sicurezza sia stato risolto eliminando i venditori di borse contraffatte da Via Mazzini o facendo circolare qualche militare in divisa, ma non è così. Non è questa la sicurezza in cui credo. A Verona c'è un sottobosco di operazioni crim inali gestite ad alto livello da grandi professionisti. È molto più facile prendere un marocchino che ruba che scoprire un traffico illecito o soggetti mafiosi che operano con un prestanome».
Schinaia è poi critico sulle proposte di riforma della giustizia. «Si vorrebbero delle procure che si interessano solo delle notizie di reato fornite dalle forze dell'ordine», ha proseguito. «Forze rispettabili ed efficaci, ci mancherebbe, ma con un piccolo difetto: dipendono direttamente dal potere esecutivo, quindi dal Governo, non dalle procure e dalla magistratura. Quindi possono essere indotte ad interessarsi di altro, non di ciò che appare scomodo al secondo potere. Meglio quindi correre dietro al marocchino che ruba».
Verona e il Veneto sono poi un caposaldo nazionale del riciclaggio e del racket. Ne è convinto Enzo Guidotto, già consulente della Commissione parlamentare antimafia. «La ’ndrangheta è ben radicata nel veronese da decenni. Elementi certi pro! vano la presenza di esponenti dei clan crotonesi e della Locride, per non dire delle infiltrazioni camorristiche sul Garda. I recenti arresti di alcuni affiliati al clan dei Licciardi per usura ed estorsione avvenuti a Peschiera parlano chiaro. Dispiace che il sindaco Umberto Chincarini parli di un caso isolato. Forse prende queste posizioni perché ha qualcosa da nascondere».
Antonio Borghesi, parlamentare dell'Idv, ha rincarato la dose. «Il Garda è da anni terra di elezione per chi vuole ripulire denaro. In passato si è notata un'escalation del mercato immobiliare grazie a transazioni estero su estero a prezzi al di là di ogni andamento di mercato. È incredibile minimizzare di fronte a cose del genere. E non è finita: c'è il problema dell'arrivo di enormi capitali destinati all'acquisto delle imprese in difficoltà».
Su questo tema ha proseguito Leoluca Orlando, già sindaco di Palermo. «Attenzione allo scudo fi scale: è già in atto l'acquisto di quote societarie di minoranza di molte aziende in affanno. Il resto le organizzazioni mafiose se lo prenderanno con l'usura alimentata dal rientro dei capitali dall'estero».
Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato nel luglio del '93, è poi intervenuto sul tema dei presunti rapporti tra Berlusconi e le cosche. «Sono con vinto che il Governo stia ancora pagando le cambiali di una trattativa conclusa con la criminalità organizzata e condotta a forza di stragi per alzare il prezzo di quel patto scellerato». Sui rapporti tra il premier e la mafia, Borsellino ha una certezza. «Va indagato, processato e se possibile condannato come uno dei mandanti occulti delle stragi del '92 e del '93. I collaboratori di giustizia stanno già parlando di "autore uno" e di "autore due", sigle dietro le quali si celano Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi».

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